Pinterest è uno dei miei social preferiti e più utilizzati. Diversamente da altri social il suo utilizzo è su più ambiti: lo uso per collaborare con i clienti, su board di ispirazione per l’identità visiva, lo uso per cercare ispirazione (anche se per quello non mi limito a Pinterest) e infine lo uso per svago (tipo, make-up, nuovi tagli di capelli, arredamento, ecc).
Ma Pinterest più che un social network è un “Visual Discovery Engine”, quindi un vero e proprio motore di ricerca visuale. Partendo da qui, ti spiegherò perché è importante brandizzare i propri pin e come farlo facilmente.
Perché brandizzare i tuoi pin
Ma prima di tutto: perché creare e condividere i propri pin? Pinterest può portare davvero molto traffico al tuo sito web, perché un pin è composto da un’immagine, ma anche da un titolo, una descrizione e un url. Soprattutto nel caso di pin che puntano ad articoli del blog, i visitatori sono spinti ad approfondire cliccando sul pin, e generando così traffico sul sito di provenienza.
Brandizzare un pin, può servire prima di tutto per saltare all’occhio, perché in un motore di ricerca visuale come Pinterest, l’elenco di immagini che si generano come risultato di una ricerca o come correlati ad un pin, è lungo e quindi serve un modo per attirare l’attenzione.
Mentre in un motore di ricerca come Google, l’importanza ricade sicuramente sul titolo e sulla meta descrizione, in un motore di ricerca visuale, la funzione “attira click” l’avrà l’immagine.
Inoltre avere dei pin brandizzati darà modo ai visitatori di riconoscere visivamente il brand, riconoscendo anche il valore dei contenuti che si trovano cliccando sui pin appartenenti a quel brand. Quindi in altri termini si riuscirà così a costruire una vera e propria reputazione solida e affidabile per il brand.
Infine non bisogna tralasciare il fatto che su Pinterest la vita di un pin è lunga, diversamente dai social network visuali (tipo Instagram) dove il tempo di vita di un post è molto breve, e difficilmente un post sarà ancora visualizzato dopo un paio di giorni dalla pubblicazione. Su Pinterest invece funziona proprio così: il pin si crea una reputazione nel tempo e cresce lentamente, per cui la durata di un pin come risultato di ricerca è davvero molto lunga, motivo in più per curarne maggiormente l’aspetto “attira click”.
Come brandizzare i tuoi pin
Brandizzare un pin, o un qualsiasi elemento visuale di comunicazione (quindi anche un post per Instagram o per il blog) significa inserire nella grafica una serie di elementi fissi. Vediamoli subito:
- Colori. I codici dei 2 o 3 colori della tua identità visiva
- Font. 1 o al massimo 2 font abbinati, che fanno parte della tua identità visiva
- Layout. Ebbene sì, il layout è un elemento di coerenza nella comunicazione visiva di un brand. Scegline 1 o 2 a seconda degli argomenti e usa solo quei modelli di layout, senza inventartene uno nuovo ad ogni contenuto.
- Pattern o elementi grafici, sempre se fanno parte della tua identità visiva.
- Indirizzo del sito web, che sia ben visibile all’interno del tuo layout
- Logo
L’utilizzo di questi elementi, non per forza tutti ma quelli facenti parte dell’identità visiva o che comunque si sceglie di utilizzare per i propri post, creano una coerenza visiva che richiama e fa ricordare il brand.
Inoltre, se ben progettati, attirano anche l’attenzione del giusto target.
Strumenti utili
Una delle cose che danno più difficoltà nella coerenza visiva, almeno per quanto io abbia potuto riscontrare tra i miei clienti, è la correttezza nell’utilizzo dei giusti colori. Per non rischiare di scegliere il colore “ad occhio” si utilizzano dei codici colore, che per il web sono quelli esadecimali (quelli preceduti da un #).
Solitamente quando viene realizzata un’identità visiva, vengono anche forniti i codici colore della palette, sia per il web (e quindi esadecimali oppure RGB) che per la stampa (Pantone oppure CMYK).
Basterà copiare e incollare negli spazi appositi il codice esadecimale, compreso il #, quando dovremo inserire uno dei colori dell’identità visiva.
Vediamo ora quali strumenti possono facilitare il lavoro di grafica sui nostri pin.
Canva, ovviamente.
Su Canva c’è una selezione di modelli pronti per i pin di Pinterest. Basterà selezionare un modello, che comprenda una parte di testo e un footer in cui inserire l’url del sito.
Ecco qualche esempio:
Altra accortezza su Canva, riguarda proprio i codici esadecimali della nostra identità visiva. Su Canva esiste un’area, anche per gli account free, chiamata Kit Aziendale, dove poter inserire i propri codici esadecimali, di massimo 3 colori per il piano free, e poterli così richiamare nel momento in cui si sta realizzando una grafica, senza doverli ricordare a memoria o cercarli tra i file consegnati dal designer. Il Kit aziendale, se si passa alla versione premium, potrà essere rifornito anche di font personale e loghi. Tutto materiale che così rimarrà in memoria e potrà essere richiamato ogni volta che serve.
Photoshop, per i nostalgici.
Per me Photoshop è casa, quindi spesso la mia scelta ricade qui. Ma io faccio parte degli addetti ai lavori, e lo uso in maniera diversa forse da come lo userebbe una persona a cui serve curare la propria comunicazione visiva.
Adobe ha una funzionalità chiamata Library che serve per salvare colori, tipografia ed elementi grafici, richiamandoli non solo all’interno del software, ma tra tutti i software Adobe.
Questa funzionalità io ad esempio la uso per salvare tutte le librerie dei clienti, in modo da poterle avere tutte pronte per l’utilizzo sui diversi software del pacchetto Adobe.
Photoshop però è un po’ più complesso di Canva, e ha molte più funzionalità, troppe per chi vuole davvero solo preparare i post per Pinterest. Inoltre Photoshop non ha i modelli pronti per i social come Canva.
Creative Market
Sia per Canva che per Photoshop, per la realizzazione di grafiche per i social, sono molto utili e facili da usare i template che si trovano in vendita su Creative Market.
Aiutano molto chi non è del mestiere, soprattutto a mantenere una coerenza visiva, andando solo a sostituire i colori e i font con i propri.